Polarità di vita e morte

17.01.2014 04:59

 

Nel mondo esiste un antagonismo che si verifica nell’uomo durante lo stato di sonno, la cui espressione in questo contesto è la differenza di genere. Da tempi antichi nella scienza dello spirito, questa antitesi nel mondo spirituale viene caratterizzata come la polarità di vita e morte. Dietro al nostro mondo si trova un mondo nel quale vita e morte sono forze superiori. E qui in questo mondo l’espressione di tali forze è la polarità di genere. Questo potremo comprenderlo, almeno approssimativamente, considerando un’entità di questo mondo, per esempio, un uomo. Non ci è possibile considerarlo troppo linearmente e semplicemente. Se vogliamo comprenderlo dobbiamo vedere, come effettivamente in questo uomo gli opposti giungano ad espressione.

Osserviamo

 

·        Come l’uomo nasce

·        Come cresce

·        Come dall’inizio fino a sette anni si è formato secondo modalità concrete

·        Quanto questa forma è cresciuta e diventata più grande

·        Come egli rimane poi stazionario

·        Come gli alimenti agiscono sulle forze distruttive

 

Allora dove emergono le forze creative accumulate, lì c’è la nascita; dove emergono le forze distruttive accumulate, li c’è la morte. Nel mezzo della vita siamo in equilibrio. Ma queste due forze sono presenti durante tutta la vita dell’uomo. Queste forze distruttive iniziano ad operare già dalla nascita però l’alimentazione guadagna vantaggio su di loro. L’essere umano non sarebbe possibile senza il continuo cooperare di entrambe queste forze.

Se nell’uomo operasse solo la forza  della vita, allora l’uomo ribollirebbe come fuoco in un breve esserci, si trasformerebbe continuamente, precipiterebbe nella vita.

Le forze distruttive,  che trovano il sommo grado nella morte, sono al contempo, quelle che, come forze benefiche, danno all’uomo la possibilità di portare entro la sua essenza, forma ed aspetto. Dalla vita proviene una spinta in avanti, la vita vuole trasformare ogni forma in una nuova. La morte appare dunque, se la consideriamo nella sua totalità, solo come ciò che persegue la negazione della sua essenza.

Ciò che è nella totalità, non lo è sempre; la stessa forza che conclude la vita fisica dell’uomo, è quella che gli da forma e lo mantiene in una certa calma.

Ciò potete notarlo, se considerate la polarità in un essere esterno, per esempio in una pianta. Allora vedete come da germoglio viene estratto germoglio, come le forze vitali generano foglia da foglia. E qui vedete una forza accumulata nella vita, che mantenendo la forma,  porta in sé solidità ed aspetto.

Se operasse soltanto la vitalità una foglia non potrebbe affatto esistere perché la vita fuggirebbe oltre. La vita deve continuamente essere ostacolata, sottratta alla sua inarrestabile corsa.

Queste due forze reciprocamente mantengono sempre l’equilibrio. Queste due forze, che emergono nel loro massimo stato come vita e morte sono le nutrici della vita che si è formata nel mondo esterno.

Quando vogliamo esaminare questo contrasto in un caso specifico, essa si presenta sempre in una forma diversa.  La Scienza dello spirito, che dal 14° secolo ha operato in Europa, ha chiamato questa polarità “Formazione e Decomposizione”. Decomporre vuol dire, andare alla sostanza. Ciò che si sta formando, in contrapposizione alla vita incalzante, che sta sviluppando la forma. Nella vita si può trovare ovunque questo conflitto, se non si coglie il mondo solo con l’intelletto.

 

Ed ora abbiamo bisogno di quest’altra espressione, così diciamo: quello che resta impresso nelle forze decomposte, ci si pone innanzi per esempio la figura della Giunone Ludovisi2, è tutta la vita impietrita nella sua meravigliosa forma, trattenuta in un istante. Allora avete la massima tensione di una forza.

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2. Monumentale busto della dea Giunone (greca: Era), che nel 1922 entrò nella collezione Ludovisi. Goethe la definì: ”La mia prima storia d’amore a Roma”. Anche Winckelmann, Schiller, Humbold ed altri videro in lei l’incarnazione dell’ideale greco.

Nella realtà la forma non si sviluppa così in un attimo, visto che la forma si modifica in ogni istante. L’interno, ci corre incontro nella forma, come compresso entro un unico istante.

 

·        La bellezza è l’espressione esteriore, le cui forze mantengono in vita, ciò che le forze di decomposizione da sole forniscono.

·        La forza primordiale, volitiva, è qualcosa di ulteriore, che vuole superare la forma in ogni istante. Se vogliamo vedere la forza, allora dovrà essere passata nel tempo da una configurazione all’altra.

 

Questa opposizione di forma e vita, di distruzione ed incessante divenire vive nell’uomo anche sotto un altro aspetto. Se nell’uomo dominassero solo le forze vitali, allora sarebbe come se vi fosse un’esuberanza di ossigeno. L’uomo eccederebbe. Ciò innalzerebbe le forza vitale al mondo astrale e quella del perdurare della vita avanzerebbe.

E così è con la nostra vita: dobbiamo andare verso la morte. Se non andassimo verso la morte allora essa ci mancherebbe. Sappiamo che l’uomo compare in molte vite terrene con aumentata consapevolezza e completo io. Come giunge l’uomo alla piena comprensione della vita? Nessun essere riuscirebbe a rafforzare la sua autocoscienza sempre di più se non potesse sperimentare in se stesso una polarità.

Pensate ad un essere, che non abbia alcuna idea, che c’è una distruzione, che non abbia mai presagito alcun timore della morte, gli sarebbe impossibile vedere la morte in faccia. Un tale essere non arriverebbe ad un forte sentimento di sé e della vita, che sa, che alla fine la vita vince sulla morte. Noi impariamo a conoscere nella conflittualità le forze resistenti. Ringraziamo il fatto che siamo in grado di passare attraverso la morte. E colui che ha la giusta autocoscienza, è chi ha conosciuto il timore della morte e l’ha superato. L’uomo accoglie le forze della morte e collabora ad una vita superiore. E nel mondo fisico l’uomo - un essere che può attraversare la morte - a chi deve questa realtà di poter superare la morte, così importante per la sua vita ? Alla polarità del maschile e del femminile.

 

Per la scienza dello spirito

·        Il femminile rappresenta ciò che plasma la forma

·        Il maschile ciò che vuole incessantemente superare la forma3

Se nel mondo fosse in grado di agire solo il femminile, allora tutto si solidificherebbe nella forma e sarebbe anche la più bella forma.

Mediante il femminile una vita potrebbe venir generata in una forma conchiusa.

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3 Qui non si parla di uomo e donna ma di “maschile” e “femminile”. La donna si comporta in modo femminile nella sensualità, in modo maschile nel mondo trascendente; l’uomo si comporta al contrario in modo maschile nella fisicità, in modo femminile nel mondo trascendente.

 

L’esserci deve all’interazione di maschile e femminile, che la forma venga superata e che passi in fretta da una forma all’altra.

 

E noi uomini dobbiamo:

·        La nostra forma alla parte femminile

·        E alla parte maschile dobbiamo il continuo e incalzante avanzare del vivere, il divenire.

Tutto nella vita è una cooperazione di queste forze. Perciò in ogni essere maschile e femminile interagisce:

 

·        L’uomo, è soltanto un essere umano nel quale si esprime specialmente una polarità caratteristica nella fisicità, mentre la conformazione più spirituale rimane maggiormente all’interno.

·        E nella donna si manifesta all’esterno la forma femminile mentre la disposizione volitiva è trattenuta all’interno.

Perciò esiste questo armonioso completarsi reciproco nella relazione dei generi. Per questo un genere trova qualcosa nell’altro, che è della stessa natura ed essenza. Per questo un genere comprende l’altro, perché ha in sé l’altro.

Nel mondo le cose sono così meravigliosamente concatenate che, quello che - talvolta ci sembra in apparenza sorprendente -  la contraddizione tra distruzione e divenire - appunto si esprime nella polarità di genere:

 

·        Distruzione costante significa: quiete nella forma;

 

·        nello stesso tempo da un altro lato, quando ci corre incontro nella vita esterna, divenire significa: distruzione della forma.

Se consideriamo la cosa nella sua totalità, non si può collegare nulla di più o meno simpatico ad una o all’altra di queste parole.

La nostra vita terrena considerata dalla scienza dello spirito ci appare cosicché diciamo: con l’interazione di genere l’uomo è impiantato in un eterno essere “compromesso” tra forma e distruzione della forma.

Nell’uomo è impiantato ciò che in lui deve sorgere: con il nostro generarsi accogliamo queste due forze, della forma e della vita, perché appunto veniamo tratti in vita da due parti.

E così agiscono le vaste polarità del cosmo; colui, che compare come polarità maschile e femminile in un mondo inferiore, appare in un mondo superiore come polarità più forte.

Dalla nostra considerazione della natura complessiva del femminile e del maschile non sgorga soltanto una concezione intellettuale o un’idea, ma anche una disposizione volitiva ed un sentimento, in ogni essere vediamo come  interagiscono due forze e soltanto così questo essere potrebbe stare davanti a noi, poiché  da loro riceve l’equilibrio.

 

 

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