Non accadrà mai che dissenta dal karma chi lo conosce davvero.
Nonostante la necessità karmica, nelle singole vite umane innumerevoli cose rimangono libere, sono realmente nell'ambito della libertà. A questo punto si potrà ancora dire: bene, nella vita abbiamo dunque una certa zona di libertà. Sì, è così: abbiamo una limitata zona di libertà e intorno la necessità karmica.
Quando il karma ci porta incontro cose spiacevoli, dovremmo considerarle attraverso la conoscenza delle leggi generali del mondo. E allora ci si chiarirebbe sempre più che quanto il karma ci porta incontro ci è di maggior giovamento che non sarebbe il dover cominciare di nuovo con ogni nuova vita terrena come se fossimo pagine bianche. Noi stessi siamo in realtà il nostro karma, siamo quello che proviene dalle precedenti vite terrene. Non ha senso ritenere che alcunché del karma (vicino al quale esiste veramente la sfera della libertà) dovrebbe essere diverso poiché non si debbono criticare i singoli particolari di un tutto coerentemente connesso. Può accadere che a qualcuno non piaccia il suo naso; egli non può tuttavia limitarsi a criticare il solo naso: esso deve in effetti essere come è nell'insieme di tutta la persona. Chi dice che vorrebbe avere un altro naso, dice in realtà che vorrebbe essere un altro uomo, ma così distrugge se stesso nel pensiero. Non è però cosa che si possa fare. Così non possiamo distruggere il nostro karma, perché noi stessi siamo il nostro karma. Esso non ci turba affatto, perché si svolge a lato delle azioni che dipendono dalla libertà, e non le pregiudica in alcun modo.
Vorrei ancora spiegarmi mediante un altro paragone. Noi camminiamo: il terreno su cui camminiamo esiste, e nessuno si sente leso perché ha il terreno sotto di sé. Si dovrebbe anzi sapere che senza un terreno solido sotto i piedi non si camminerebbe, si cadrebbe dappertutto. Così pure è della libertà: è necessario il terreno della necessità; la libertà deve erigersi sopra una base. Questa base siamo noi stessi. Non appena il concetto di libertà e il concetto di karma vengono giustamente compresi si può senz’altro accordarli. Allora non si arretrerà spaventati di fronte all'esame della necessità karmica, e si potrà anzi arrivare in certi casi a questa considerazione: supposto che mediante la conoscenza iniziatica qualcuno possa
vedere le sue precedenti vite terrene, egli verrà in tal modo ad apprendere che nel passato aveva attraversato questa o quella vicenda che porta ora i suoi risultati nella vita attuale. Se egli non avesse conseguito la scienza dell'iniziazione sarebbe costretto a determinate azioni da una necessità oggettiva, le farebbe inevitabilmente, e non sentirebbe per tal ragione lesa la sua libertà, che si esplica infatti nel campo della coscienza ordinaria; essa non penetra nel dominio dove agisce la necessità, come il pesce non si solleva nella regione dell’aria. Se però possiede la scienza ell'iniziazione, egli guarda indietro, vede la sua vita precedente, e le condizioni allora formate si gli appaiono come il compito che ora deve assolvere, al quale deve consapevolmente accingersi. È davvero così. Il non iniziato (sembra paradossale, ma è vero) in sostanza sa sempre per impulso interiore quello che deve fare. Sì, gli uomini sanno sempre quel che hanno da fare, si sentono sempre spinti verso l'una o l'altra cosa. La condizione cambia per chi si avvia sul cammino della scienza iniziatica. Di fronte alle esperienze della vita in lui sorgono particolari problemi. Quando si sente indotto a fare una cosa sperimenta al con tempo una spinta a non farla, gli viene a mancare l'oscuro impulso che guida la maggior parte degli uomini. In realtà, se non entrassero in gioco altri elementi, a un certo gradino della conoscenza iniziatica, l'uomo potrebbe dirsi: adesso mi metto a sedere, e passerò nel miglior modo tutto il resto della vita; ho quarant'anni e non farò più niente, non mi importa più di niente. Non si sente realmente più alcun deciso impulso all'azione. Non dobbiamo credere che l'iniziazione non abbia una sua realtà. È singolare quel che la gente talora ne pensa. Chi mangia un pollo arrosto, crede alla sua realtà, ma della scienza dell'iniziazione i più credono che abbia solo effetti teorici. Essa produce invece effetti vitali, e uno di essi è quello a cui ho accennato. Prima di avere la scienza iniziatica, sulla base di un'oscura spinta l'uomo ritiene una data cosa importante e trascurabile un'altra. L'iniziato, se null'altro accadesse, potrebbe mettersi seduto e lasciare che tutto si svolga a proprio modo, perché non gli importa più che una cosa accada e l'altra no.
Steiner - Necessita karmica e liberta.pdf (125,6 kB)